Salvador Dalí
In questo articolo onirico, l'autore, Mick Brown, descrive il suo eclettico e privilegiato fine settimana con il grande Salvador Dalí, nell'estate del 1973.
Personaggio eccentrico e visionario, controverso e contestato al punto da essere allontanato dal movimento surrealista di Parigi, forse anche a causa della sua avidità.
A quell'epoca il Maestro, dopo 44 anni di matrimonio con Gala, la sua storica musa, frequentava una donna altrettanto stravagante e controversa: Amanda Lear.
Al centro del suo lavoro e filosofia di vita c'era quello che lui chiamava il “metodo paranoico-critico” con cui rappresentava i suoi pensieri e la sua esistenza “con sguardo lucido ed attento, spudorato e senza rimorso’’.
Da immenso narcisista qual era, credeva “nell'orgogliosa esaltazione del sé’’. Non passava un giorno in cui non si svegliasse meravigliato dalla sublime natura di ogni aspetto della sua vita, al punto da chiedersi come potessero sopravvivere gli altri senza essere lui.
Particolare di "Enfant géopolitique"
A quel tempo aveva 71 anni e non dipingeva più, ma il suo talento di esibizionista e di inventore di trovate persisteva.
Pochi mesi prima era a Parigi, insistendo nel voler guidare un'auto ricoperta di erba; a New York aveva scatenato le ire di un'associazione animalista dopo aver affermato che aveva lanciato i gatti fuori dalla sua stanza d'albergo; ed acconsentì di ritrarre la figlia del generale Franco a patto di poterla dipingere incinta e seduta su di un cavallo bianco.
Indossava quella che lui stesso aveva definito “la mia giacca rock and roll’’, di un blu elettrico ed ornata di paillettes, regalatagli dal cantante statunitense Mitch Ryder.
Dalí ha ammesso di essere “uno straordinario voyeur ’’. Aveva una fobia per i genitali femminili, come li ha descritti il suo connazionale García Lorca: una “giungla di sangue”.
E' rimasto vergine fino a 25 anni, quando conobbe Gala. A proposito di Gala e della sua "collezione" di giovani amanti affermò “da parte mia non vi è mai stata alcuna gelosia.”
Un particolare del quadro "Gala nuda"
Parlò della sua profonda ammirazione per Vermeer e Velasquez e, rispetto ai pittori moderni, sostenne di essere stato il più grande. “Non perchè Dalí fosse così bravo, ma perchè sono gli altri ad essere così scarsi.” Gaudí a parte, "un altro genio".
Parlò anche del suo sistema politico ideale. “Un re forte che governi il paese e, sotto di lui, la più totale anarchia! Un governatore il più autoritario possibile, con una corona decorativa e simbolica da mettere su tutte le copertine dei giornali.”
Durante un giro in macchina sulle Ramblas, si fermò in una libreria per acquistare alcuni libri d'arte, che fece pagare al suo autista, dicendo che Gala gli proibiva di andare in giro con del denaro.
Mi colpì questo suo modo di fare il pagliaccio, di esibirsi e le cui distrazioni sessuali erano un modo per tenere lontana la noia, ed evitare la contemplazione della sua paura più grande: la morte.
Rientrati in hotel, gli chiesi come voleva essere ricordato. Mi riprese in modo brusco. “E' una domanda molto brutta. Forse tu lo pensi, ma io non credo che morirò del tutto. L'importante è questo.”
Alla fine, ovviamente, ha ottenuto l'immortalità attraverso le sue opere. E' morto nel 1989, all'età di 84 anni, a causa di uno scompenso cardiaco, mentre ascoltava la sua registrazione preferita di Tristano e Isotta.
“Basta,’’ mi disse congedandomi con un morbido cenno del suo inseparabile bastone da passeggio. “Adesso farai un lungo articolo e ci scriverai quello che ti pare ...’’
Liberamente tradotto da: Telegraph.co.uk